Ultimo tentativo, 1997 terracotta h.cm 18, Pasquale Mastrogiacomo.

 

Ultimo tentativo, 1997 terracotta h.cm 18, Pasquale Mastrogiacomo.
Ultimo tentativo, 1997 terracotta h.cm 18, Pasquale Mastrogiacomo.

“L’Ultimo tentativo” chiude la trilogia sui “moti della coscienza”. La forma, rigorosa ed essenziale, è contraddistinta da un incavo che attornia e stigmatizza il corpo.
Le tre opere sono idealmente unite dalle cinghie di trasmissione delle pulegge che alimentano l’agitazione in modo alternato, a seconda degli eventi nefasti che si configurano in ogni tempo, e lasciano sulla superficie delle sculture solchi impressi come “stigme”.
La testa inclinata all’indietro con lo sguardo rivolto verso l’alto rappresenta l’ultimo tentativo dell’uomo che invoca un aiuto soprannatuale e proietta la speranza verso l’Onnipotente. Le braccia, che racchiudono una cavità strepitante, tentano di sollevare il tumulto al cielo, fiduciose di un aiuto divino.
L’insopportabile e inarrestabile marcia dei moti, concepiti come un’armata senza tempo, inviata “senza fine”, provoca un’immensa ansia. Le grida assordanti dei soldati rintronano in ogni cavità del corpo. La resistenza, che si vuole affidare a una forza soprannaturale, nulla può contro il vortichio e la forza energica trasmessa da un’infernale catena di montaggio, perfezionatasi in millenni di eccidi. Massacri perpetrati in nome dell’Egoismo e del Dio Denaro eternamente in conflitto con i Monoteismi del mondo.
La cadenza della marcia dei moti è segnata da fanfare che annunciano il sopraggiungere di arcani e atavici Scrupoli. Questi trovano nel presente nuove forze corroboranti con cui tormentare l’anima di ogni uomo nei momenti bui della propria esistenza, nerbandone a sangue i più oscuri istinti e i più oscuri peccati, marchiati a fuoco nel genoma dell’anima.
La forma della scultura si annulla sotto i colpi dei percuotatori che usano, infliggendo dolori lancinanti, nerbi di pelle umana di coloro che hanno abdicato alla propria integrità morale, in cambio di benefici individuali, con l’aspirazione di aggiogare i propri simili come buoi e ararne, con l’aratro sporco di sangue, le coscienze, seminando odio e rancore. Si percuote l’interiorità del corpo per rigenerare e riplasmare un uomo più puro, fortificandolo da ogni insidia.
La forma dell’opera in superficie appare indistinta, indeterminata, de-caratterizzata. Il corpo non si riconosce più, si deforma sotto i colpi inferti dai percuotatori dei moti che danzano invocando la morte su ceneri fumanti.
Dalla testa ai piedi è un continuo percotimento. Agili e sorprendenti demiurghi distruggono, per poi ricostruire, ciò che l’ipocrisia ha devastato, ciò che l’ignavia ha atrofizzato, ciò che l’egoismo ha ridotto in marasma. Un lavoro lungo e pazientoso, un lavoro rigenerativo: si distrugge ciò che la “cre-evoluzione” ha generato. Ogni osso ogni fibra è demolita, bruciata e incenerita. Le cinghie arroventate sembrano oramai cedere sotto i colpi dei moti.
Un’esalazione fetida pervade la fantasia dell’osservatore coinvolgendolo in una dimensione nuova dell’esistenza in cui la Speranza troneggia con i “moti della coscienza”, fedeli nei secoli.
Un invito ad andare oltre la forma apparente, a lasciarsi completamente risucchiare, senza timore, dalle sabbie mobili della coscienza ed esplorare con temerarietà gli abissi dell’anima. Un viaggio nella propria interiorità.

 Last-attempt Pasquale Mastrogiacomo

“Last attempt” closes the trilogy on the “troubles of conscience.” The form, strict and essential, is marked by a groove that surrounds the body and stigmatizes.
The three works are ideally connected by pulley belts that feed the agitation alternately, depending on the adverse events that are configured at any time and leave grooves etched on the surface of the sculptures as “stigma”.
The head tilted back with her eyes looking upward is the latest attempt of the man seeking help supernatural projects and hope to the Almighty. The arms, which enclose a cavity Whooping, trying to raise the tumult in the sky, trusting in divine help.
The unbearable and relentless march of motion, conceived as timeless army sent “endless”, it causes immense anxiety. The deafening screams of the soldiers dazed in any body cavity. The resistance that you want to assign to a supernatural force, nothing against the vortices and the force transmitted energy from hellish assembly line, perfected through millennia of bloodshed. Massacres perpetrated in the name of Selfishness and Money God eternally in conflict with the monotheistic religions of the world.
The cadence of the march of motion is marked by fanfare announcing the arrival of arcane and atavistic Scruples. These are described in this invigorating new strength with which to torment the soul of every man in the dark moments of its existence, vigorous blood to the darkest instincts and darkest sins, branded in the genome of the soul.
The shape of the sculpture is canceled under the blows of using strike, inflicting excruciating pain, vigorous human skin of those who have abdicated their moral integrity in exchange for individual benefits, with aspirations of their fellow yoke like oxen and ararne with blood on the plow, the conscience, sowing hatred and resentment. Strikes the interior of the body to regenerate and remodel a man more pure, fortified by all attacks.
The form of the surface is fuzzy, indefinite de-characterized. The body no longer recognizes, deforms under the blows inflicted by the strike of motions calling for the death dancing on smoldering embers.
From head to toe is a continual smiting. Agile and surprising demiurges destroy, then rebuild, which devastated the hypocrisy, that the sloth has atrophied, that selfishness has reduced confusion. A long and patient work regenerative: it destroys what the “credit-evolution” has generated. Every bone every fiber is destroyed, burnt and incinerated. The straps seem red-hot now give way under the blows of the motions.
Exhalation fetid imagination pervades the observer involving them in a new dimension of existence where Hope stands with the “movements of consciousness,” the faithful for centuries.
An invitation to go beyond the apparent form, to leave completely suck without fear, from the quicksands of conscience and recklessly explore the depths of the soul. A journey into its interior.

 

 

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