La scultura rappresenta una colomba antropomorfa, dal collo lungo, nell’atto di gridare.
Il profilo umanizzato indica una “metamorfosi” del significante verificatasi nel nostro tempo. Ciò che nei secoli questo simbolo ha rappresentato, dallo Spirito Santo alla rappresentazione della Pace, oggi è stato completamente stravolto da chi arbitrariamente e delirantemente, “con precisione da cecchino”, ha usato la parola “pace” per mascherare Distruzione, Morte e Profitto.
La colomba sembra tendersi, a sovrastare il pensiero umano, per la sconsideratezza di molti uomini colti e timorati di Dio che hanno scientificamente de-naturalizzato e de-concettualizzato tale simbologia.
La pacifica colomba bianca è stata assoldata, munita di fucile ed elmetto, per combattere contro l’esercito del male e macchiare il proprio candore con sangue d’innocenti. Basti pensare alla recente guerra in Iraq per farsi un’idea di come l’Occidente illuminato e civilizzato, con la sua “superiorità morale,” si sia arrogato il diritto di condurre l’ennesima crociata, contro un “dittatore-detentore dell’oro nero”, proclamandosi “esportatore di democrazia” ma dimentico di altri conflitti che insanguinano la terra. Mercenari, con “taglia margherite” e dediche di morte, vengono definiti “costruttori di pace”. Cluster bomb contro chi minaccia i valori (quali ?) e l’opulenza occidentale. Prove manomesse per mettere in moto l’esercito della pace, sorvegliante attento del benessere. Spergiuri per inviare i “pacificatori” armati per controllare “l’oro nero”. Paesi trasformati in poligoni di tiro per testare nuove “armi convenzionali”. Costruttori di pace che hanno bisogno di distruzioni per ricostruire a propria immagine una nuova coscienza di Stato .
La colomba che nel passato annunciava la venuta dello Spirito Santo ora annuncia la guerra purificatrice e preventiva. Questa non parte dalle coscienze per renderle libere dalla tirannia ma dall’uccisione del corpo, segnando di odio e rancore i superstiti.
Il simbolo, con la sua forza comunicativa intrinseca, sembra spalancare la bocca non tanto per un grido di dolore quanto piuttosto per un “grido” di meraviglia. Un grido a bassa voce, quasi vergognandosi di ciò che oggi simboleggia; un grido di disappunto e di estraneazione in opposizione a forzosi quanto “filosofici concetti morali”.
La colomba bianca sporca di sangue volteggia sopra macerie fumanti su cui edificare la nuova civiltà
Dove crying – Pasquale Mastrogiacomo
The sculpture depicts a dove anthropomorphic, long neck, in the shouting.
The profile indicates a humanised “metamorphosis” of the signifier that occurred in our time. What this symbol has represented over the centuries, the Holy Spirit to the representation of Peace, today has been completely distorted by those who arbitrarily and delusional, “with precision sniper,” he used the word “peace” to mask Destruction, Death and Profit.
The dove seems to tend to overwhelm the human mind, for the recklessness of many educated men and God-fearing who scientifically de-naturalized and de-conceptualized this symbolism.
The peaceful white dove was hired, equipped with rifles and helmets to combat against the army of evil and sully its whiteness with the blood of innocents. Just think of the recent war in Iraq to get an idea of how enlightened and civilized the West, with its “moral superiority” has arrogated to itself the right to conduct yet another crusade against the “dictator-keeper gold black”, proclaiming “exporting democracy” but forget other conflicts that bloody the earth. Mercenaries, with “cut daisies” and dedications of death are defined as “peacemakers “. Cluster bombs against those who threaten the values (which?) Western opulence. Tampered with evidence to set in motion the army of peace, welfare vigilant. Perjury to send “peacekeepers” armed to check the “black gold”. Countries turned into shooting range to test new “conventional” weapons. Peacemakers who need destruction to rebuild its image to a new state of consciousness.
The dove in the past announced the coming of the Holy Spirit now announced the cleansing and preventive war. This is not part of the consciousness to make them free from the tyranny but the killing of the body, a sign of hatred and resentment the survivors.
The symbol, with its inherent communicative power, seems to gape not so much a cry of pain but rather for a “cry” of wonder. A cry softly, almost ashamed of what today symbolizes, a cry of disappointment and alienation as opposed to forced as “philosophical moral concepts.”
The bloodstained white dove hovers over smoking ruins on which to build the new civilization.