A tavola con le sanguisughe
Il dipinto rappresenta un giovane uomo seduto ad un tavolo da cucina. La scena, tuttavia, è dominata dal dipinto nel dipinto verso il quale si rivolge il nostro uomo che dando le spalle a chi osserva lo invita a seguirlo e riflettere con lui.In questo percorso di lettura le scene sono due ma non del tutto indipendenti. Il secondo dipinto rappresenta una natura desertica, una landa solitaria e fumante, in cui isolato svetta un alto cipresso. In fondo, un insieme compatto di grattanuvole si eleva con le fattezze di un grafico ad istogrammi, avvolto dalla foschia che ne affievolisce i contorni. Nel centro squarcia con prepotenza un cielo opprimente un invisibile “colletto bianco” che dall’alto controlla le sue vigili custodi, sanguisughe fameliche e instancabili, che hanno saccheggiato l’ambiente eliminando nel sottosuolo le prove dei loro delitti. La loro corsa è frenetica ed inarrestabile tanto da spingerle a colonizzare nuovi territori invadendo la scena del nostro spettatore. A questo punto ci si rende conto, insieme con il nostro uomo, della minaccia imminente. Apparentemente lontano e protetto da accoglienti pareti domestiche questi avverte il presagio di morte che avvelena i suoi pasti e i suoi giorni. Il dipinto, magrittiano nell’impostazione, espressionista nella visione, daliniano nella scelta di dettagli significativi, invita a riflettere sulla prepotente logica di mercato, cieca e indifferente nei confronti dell’ambiente, sulle lobbies di potere che si muovono nell’ombra, impiegando i loro faccendieri nei centri direzionali.
Opera presentata al PREMIO SALERNO IN ARTE 2011 / 2012 – 4a EDIZIONE
RIFIUTI IN CERCA D’AUTORE “CIBARSI D’ARTE PER NON MANGIARE RIFIUTI”
Complesso Monumentale S.Sofia -Salerno