Come in una visione onirica la città è nuda, si offre senza percorsi, senza orizzonte e senza futuro, disarmata ed inerme sembra scompaginarsi, consumata dall’ingordigia del genere umano.
Le luci sono spente, le case deserte, le piazze vuote, l’aria è schiacciante.
Come in una metamorfosi, il rapporto umanità-ambiente si fa stringente. L’uomo è nello stesso momento artefice e vittima della trasformazione.
I paesaggi si antropomorfizzano, manipolati dall’uomo battono all’unisono con i suoi ritmi, e poi sopraffatti periscono in rovina, in solitudine.
Il cromatismo è fuso, morbido, plastico, suggerisce immagini in mutazione simboli della precarietà dell’essere umano, dell’incostanza della sua volontà e della fragilità della sua identità.
In collezione privata
The painting is presented as an allegory of modernity, progress metaphor ad libitum.
As in a dream vision the city is bare, it offers no paths, no horizon and no future, unarmed and defenseless seems to disrupt, consumed by greed of mankind. The lights are off, the deserted houses, the empty squares, the air is overwhelming.
As a metamorphosis, the environment-human relationship becomes compelling. Man is at once creator and victim of the transformation.
The landscape is anthropomorphized, manipulated by man flying in unison with its rhythms, then overwhelmed and perish in the ruins in solitude.
The coloring is melted, smooth, plastic images suggests changing symbols of the precariousness of the human inconstancy of his will and the fragility of its identity.