Opera premiata al 2° Premio Internazionale Volturno Morani
23 febbraio 3 marzo 2015 presso la sede della Regione Toscana- Consiglio Regionale, Via Cavour 4, Firenze.
Presentazione critica dell’opera
“Conferenza stampa” è tra gli ultimi lavori di Pasquale Mastrogiacomo, da anni impegnato con tematiche a sfondo politico-sociale. La pittura dell’Artista trae ispirazione dal fenomeno della Neue Sachlichkeit, con cui condivide la componente di critica sociale, per concretarsi nella proposta di riflessioni sulle condizioni dell’uomo e dell’ambiente, adoperando un linguaggio eloquente e provocatorio che si fa monito. Il sermo è politico, economico, ambientale o religioso. I soggetti privilegiati sono dirigenti, amministratori e autorità ecclesiastiche. Al centro del dipinto campeggiano, sullo sfondo di un cielo rovente al tramonto, due conferenzieri senza volto. Dai colletti si eleva, staccandosi da un viluppo di grattanuvole, un arco a sesto acuto che squarcia la scena principale. L’ogiva provoca una ferita che lacera e sanguina ma lascia intravedere nuovi spazi oltre un cielo cristallino. Nel fondo la scelta dei toni suggerisce una situazione in mutamento, il paesaggio notturno e quello diurno si avvicendano suggerendo una progressione temporale. I due personaggi ostentano sicurezza benché posino in precario equilibrio su una piattaforma fluttuante. La terra arida e stanca appare segnata dalla linea d’orizzonte che precipita centralmente. Alle loro spalle un altro “colletto bianco” partecipa al dibattito mediatico, la distanza suggerisce una posizione di preminenza, mentre un vescovo, di cui si intravede parzialmente la sagoma, assiste silente alla conferenza stampa. La sua presenza è perturbante, confonde e destabilizza. La scelta di isolarlo, mediante una cornice di tubi, evidenziata da un diverso cromatismo del fondo, realizza una simultaneità di piani e di livelli di lettura. Un intrico di tubi, camini fumanti e condotti gocciolanti di oro nero, collegano i personaggi del dipinto impegnati con discorsi e promesse a salvaguardare gli interessi finanziari di occulte organizzazioni lobbistiche, talvolta insospettabili. La cornice nera che delimita il dipinto sembra riprodurre l’effetto di una ripresa televisiva e nel contempo fa assumere alla tela le fattezze di un manifesto funebre. Nella loro indeterminatezza il vescovo e l’uomo di potere in secondo piano, spesso complici di speculazioni affaristiche, sovente condotte sotto le insegne della filantropia, diventano metafora di un sistema di gestione politica-economica corrotto e guasto, di cui si fanno icona e portavoce i due conferenzieri in primo piano.Il linguaggio pittorico vive di simboli contemporanei: il pulpito – TV e lapide insieme -, i microfoni, emblemi dell’informazione mediatica asservita e consolatrice, i grattanuvole, i colletti bianchi, i condotti e i fumaioli antropomorfi, signa del sistema economico. Dal punto di vista formale l’opera persegue un realismo espressionista senza retorica. Sublimati gli effetti naturalistici le figure diventano simbolo, apparenze enigmatiche slegate da ogni contingenza, disincarnate ed atemporali: la linea di contorno morbida e sinuosa ne accentua l’immaterialità. Il processo di semplificazione è condotto con limpidezza costruttiva e di segno, la luce tersa e cristallina accende l’intensità del cromatismo, le compenetrazioni spaziali diventano temporali: l’istante e il divenire si incontrano alimentando le aspettative dell’osservatore. Gli effetti simultanei, di carattere magrittiano, si coniugano in questa tela con un cromatismo acceso e brillante, in omaggio a Morani, dando vita ad una ambientazione visionaria, impietosa e precisa nei dettagli, per svelare l’ipocrisia degli apparati di governo e dei sistemi di gestione economica.
A cura di
Dott. Anna Spiezia